LA MISTICA DI ORNAMENTO E GIOIELLI DI ANDREA BRANZI IN MOSTRA A MILANO

Intrecciando corone di foglie e materia viva, alla mistica dell’ornamento che illumina il cielo, la nostra natura e quella del divino, Andrea Branzi ci lascia progetti e oggetti da reinventare, insieme al modo sempre diverso di guardarci e vedere il mondo. Anche l’armonia dei contrasti, con l’energia della betulla incastonata nell’oro, la virtù della pietra e degli archetipi riflessi nell’argento, la sacralità di gioielli investiti dall’onesta dei sentimenti e i valori della cultura. La sintesi e la modernità, di uno dei padri fondatori del design radicale italiano e tra le figure di riferimento per il dibattito internazionale sulla cultura del progetto. Il modo di "abitare poetico" e interdisciplinare della sua progettualità e di quella espositiva di Andrea Branzi, Civilizations without jewels have never existed, curata da Alessio de’ Navasques in profonda sintonia con quella che domina l’ecosistema del concept store 10 Corso Como a Milano.

Dopo il restyling del concept store ideato da Carla Sozzani negli Anni Novanta, la nuova esperienza sensoriale e visiva di Tiziana Fausti, si rinnova con il percorso fluido di opere, documenti, disegni e fotografie delle diverse manifestazioni del pensiero progettuale dell'architetto, designer, storico e teorico italiano, scomparso l’anno scorso. La materia primigenia e il simbolismo di oggetti che valorizzano la sacralità della persona e il suo abitare poetico della dimensione sociale, realizzati dagli anni radicali del gruppo sperimentale Archizoom, alle ultime creazioni del 2023, per committenze private e istituzionali del Belgio. A partire dai gioielli esposti al Design Museum di Gand, realizzati nel 1998 per la galleria Casa Argentaurum degli architetti Caroline de Wolf ed Eddy Francois, tra i collaboratori della mostra, insieme alla galleria Friedman Benda, Nicoletta Morozzi e Lorenza Branzi.

Il gioiello come ornamento mistico e ancestrale di ogni civiltà e cultura, resta il cuore della progettualità visionaria di Branzi che avvicina l’oggetto alla dimensione spirituale dell’uomo e di quella espositiva curata da Alessio de’ Navasques, rendendo l’affermazione di Branzi «non sono mai esistite civiltà senza gioielli», titolo che parafrasa la lezione etnologica di Lévi-Strauss sui popoli che non sono mai esistiti senza cultura. Per il curatore i gioielli "incorniciando il corpo umano in un paesaggio, ne segnano l’aura con foglie ed elementi naturali, a evidenziare quella dimensione mistica dell’ornamento nel suo significato primordiale, come mezzo che avvicina l’uomo al divino."

L’incanto di emozioni da stringere tra le dita con i preziosi di Silver and Gold (1997), dopo aver sorteggiato saggezza nelle forme archetipiche delle teiere d’argento e legno della serie Silver & Wood (1996), mentre i legami e le tensioni tra modernità e natura, abbracciano il collo, le celebri sedute della serie Domestic Animals (1984) di cui sono esposti esemplari originali d’epoca, la foresta di canne di bambù della panca Germinal Bench (2022), o le vere betulle della serie Domestic Woods (2023).

How to: Andrea Branzi. Civilizations without jewels have never existed, 10·Corso·Como Gallery, Milano (Ingresso libero, 18 dicembre 2024 – 16 febbraio 2025). Maggiori info qui.

2025-02-10T11:04:47Z