Le prese di profitto sulle banche zavorrano oggi Piazza Affari, che chiude in ribasso (-0,32% a 33.629 punti base), nel giorno dei conti brillanti di Intesa Sanpaolo (-3,13%) e in un contesto europeo positivo. Il listino milanese è sembrato nervoso, forse anche in vista del giudizio di Fitch Ratings, che arriverà stasera, benché le attese siano per una conferma a BBB con outlook stabile.
Nel resto del continente il sereno è invece rimasto stabile, sull’onda di altre belle trimestrali e grazie all’avvio intonato di Wall Street, a sua volta sostenuta da Apple (+6,43%) e dal rapporto sull’occupazione di aprile inferiore alle attese.
Così Francoforte si apprezza dello 0,57%, Parigi +0,54% (Credite Agricole +1,1% con un aumento del 55% dell’utile trimestrale), Londra +0,49%, Amsterdam +0,99%. È in controtendenza Madrid, -0,17%.
Wall Street procede tonica (Nasdaq +1,9%), in scia ai conti presentati ieri da Apple, meno deludenti delle stime e sulle ali di un buyback ciclopico della casa di Cupertino per 100 miliardi di dollari.
S’ingrassa anche il titolo Amagen (+14%). A far decollare la società biotech è una trimestrale sopra le attese e l’annuncio della fase 3 dei trial per il suo farmaco contro l’obesità.
A dare luce alla borsa americana e di riflesso alle borse europee è il rapporto sull’occupazione non agricola negli Stati Uniti nel mese di aprile. I nuovi posti rispetto a marzo sono “solo” 175mila, contro le attese di 240mila, mentre sale lievemente la disoccupazione (3,9% dal 3,8%). Questo riaccende le probabilità di due tagli dei tassi da parte della Fed nel corso dell’anno, con una prima mossa che potrebbe arrivare a settembre (per il FedWatch Tool del Cme Group questa possibilità supera oggi il 40%)
Dopo questo inatteso rallentamento gli effetti a catena si sono visti sul dollaro, che ha cominciato a scendere, per un cambio con l’euro attualmente a 1,077.
Effetto analogo sui rendimenti dei T-Bond, che si stanno restringendo, mentre i prezzi salgono.
In tema lavoro si segnala che in Italia nel mese di marzo il tasso di disoccupazione è sceso al 7,2%, mentre nell’area euro il tasso si è confermato stabile al 6,5%.
Tra le materie prime arretrano i future di Brent e Wti, che si avviano a chiudere una settimana negativa in un quadro geopolitico ancora incerto.
In Piazza Affari torna in luce il settore del lusso, mentre i realizzi penalizzano le banche dopo il rally della vigilia.
In fondo al listino è Montepaschi, -4,98%, che ieri svettava sulle scommesse per una ripresa del Risiko bancario. Male anche Intesa, nonostante il primo trimestre si sia chiuso con un utile sopra le attese a 2,3 miliardi (+17,6%) e sia stato confermato l’obiettivo di superare gli 8 miliardi nel 2024 e 2025. A deludere forse è stata la prudenza dei vertici sul riacquisto di azioni proprie.
Il rosso colora inoltre Banco Bpm -2,89%, Bper -2,94%, Unicredit -2,02%, Popolare di Sondrio -1,39%, tenendo conto che tutti i titoli bancari hanno messo a segno lauti guadagni nel corso dell’anno.
All’apice del listino campeggia Cucinelli +2,99% e a seguire ci sono Interpump +2,88%, Stm +2,58%, Telecom +1,98%.
Rimbalza Stellantis, +1,75%, dopo due sedute da dimenticare in cui ha perso circa il 14%.
Fuori dal paniere principale Webuild è cautamente positiva, +0,87%, dopo l’annuncio della candidatura a ricostruire il ponte di Baltimora negli Stati Uniti.
Sul mercato secondario dei titoli di Stato, lo spread tra Btp e Bund, entrambi di durata decennale, alle battute finali appariva stabile a 131 punti base, con tassi in ritirata. Il titolo italiano è indicato in chiusura al 3,79%, mentre quello tedesco al 2,49%.
Intanto sono stati resi noti i tassi minimi garantiti della quarta edizione del Btp Valore. La nuova emissione, che avrà luogo la prossima settimana, da lunedì a venerdì ( salvo chiusura anticipata), promette ai risparmiatori tassi minimi garantiti al 3,35 dal primo al terzo anno e al 3,9% dal quarto al sesto. Il premio fedeltà, per chi tiene il titolo fin dall’inizio, è dello 0,8%. Al termine del collocamento verranno annunciati i tassi cedolari definitivi che potranno essere confermati o rivisti al rialzo, in base alle condizioni di mercato del giorno di chiusura dell’emissione.