ANCHE L'ITALIA PENSA ALLA SUA CHATGPT

Il miliardo di euro di investimento promesso dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni è soltanto l'inizio. L'Italia avrà la sua intelligenza artificiale, ma per arrivarci bisogna prima dare esecuzione a un quadro normativo chiaro e lineare. Seguendo il percorso tracciato dall'Unione europea, che con l'Ai Act approvato a marzo è diventata il primo organismo al mondo a dotarsi di un regolamento sull'intelligenza artificiale. E, proprio in piena sintonia con Bruxelles, Roma intende lanciare il nuovo corso tecnologico per il Paese.

Dagli Stati generali sull'intelligenza artificiale tenutisi lo scorso 12 marzo e organizzato dal dipartimento per la Trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri è emerso questo messaggio, anche in vista del prossimo G7 in cui l'intelligenza artificiale avrà un ruolo di primo piano. All'evento hanno partecipato le più importanti figure istituzionali, a partire appunto dalla premier Meloni, e dal sottosegretario Alessio Butti, «volto» della transizione digitale che l'esecutivo ha in programma per il nostro Paese.

Butti ha illustrato la strategia governativa per l'IA, che poggerà anche sul coinvolgimento dei nostri «campioni» nazionali attivi in ogni settore, partecipate statali in testa. Gruppi che saranno chiamati a mettere il loro know-how a fattor comune per aiutare a proiettare l'Italia nel futuro e dotarsi di un software in grado di competere con le americane ChatGPT di OpenAI e Gemini di Google così come le soluzioni studiate dalla Cina. Il sottosegretario Butti ha intanto anticipato che la vigilanza e il controllo sull'intelligenza artificiale sarà svolto in tandem dall'Agenzia per l'Italia digitale e dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

Nel frattempo, è quasi pronto l'aggiornamento alla strategia nazionale per l'intelligenza artificiale. Sul tavolo del consiglio dei Ministri sta per approdare la prima legge italiana sull'IA. L'alba di una nuova era.

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