ASSEGNO UNICO, C'è L'IPOTESI DI UN RAFFORZAMENTO: QUANTO POTREBBE AUMENTARE E PER QUALI REDDITI

Il governo vuole «favorire le detrazioni per la famiglia la natalità. Ci sono diverse strade: o potenzire l'assegno unico o introdurre detrazioni specifiche per i figli, perchè adesso la detrazione c'è dopo i 21 anni». A dirlo è stato il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo. L'esecutivo, quindi, ragiona su un aumento dell'Assegno unico per alcune fasce di reddito, dopo le polemiche per una sua presunta rimodulazione. Il problema sono le risorse: l'idea della rimodulazione nasceva da qui.

In sostanza aumentare il contributo per le famiglie con più figli e ridurlo per chi non ha presentato l'Isee o lo ha superiore a 45mila euro (l'ultima fascia di reddito sopra la quale si ricevono sempre 57 euro fissi a figli ogni mese). Per trovare le risorse si potrebbe però alla fine optare per il taglio delle detrazioni ai single, quindi non intervenire sui redditi potenzialmente più elevati, ma su chi non ha figli. Vediamo cosa potrebbe fare in concreto il governo.

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Gli interventi per le famiglie

Sostegno alla famiglia e ai ceti medi. Sono le due priorità alla quali il governo lavora in vista della predisposizione della manovra. E per le quali è caccia alle risorse nelle pieghe del bilancio ma anche attraverso uno strumento come quello del concordato preventivo che, nelle intenzioni della maggioranza, verrà reso «ancora più attrattivo», attraverso lo strumento del decreto omnibus, in discussione al Senato.

Dipenderà proprio dal gettito che porterà questo strumento il destino del taglio delle aliquote Irpef che il governo vorrebbe fortemente e che viene quantificato tra i 2,5 e i 4 miliardi di euro. Per portare l'aliquota dal 35% al 33% sui redditi fino a 50mila euro - calcola il viceministro Maurizio Leo parlando con l'Ansa - servono 2,5 miliardi, mentre il conto sale a 4 miliardi se il beneficio fiscale viene esteso fino a 60mila euro, ora tassati al 43% nell'ultima tranche di reddito. Ma oltre ai ceti medi si punta anche sul sostegno alla natalità.

«L'obiettivo - spiega Leo - è venire incontro alla famiglia. Questo è un tema prioritario». Con una doppia possibilità allo studio: il governo, spiega Leo, vuole «favorire le detrazioni per la famiglia e la natalità. Ci sono diverse strade: o potenziare l'assegno unico o introdurre detrazioni specifiche per i figli, perché adesso la detrazione c'è dopo i 21 anni». Due opzioni allo studio, dunque, per un pacchetto che viene stimato tra i 5 e i 6 miliardi. L'assegno unico potrebbe essere rimpinguato ma è difficile ipotizzare, si spiega dalla maggioranza, l'introduzione di una soglia di reddito che andrebbe a cambiare del tutto la misura di tipo universalistico. Altro discorso, sul quale si starebbe ragionando, invece, è quello di escludere l'assegno dall'Isee per evitare un ricasco su altre possibili agevolazioni.

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Le possibili novità sulle detrazioni

Un'altra strada è invece quella dell'introduzione di detrazioni per scaglioni di reddito. La soluzione, in ogni caso, dipenderà non solo dalla fattibilità tecnica ma anche dalle risorse a disposizione per una manovra viene quotata tra i 23 e i 25 miliardi. Il primo step per capire quanto la coperta potrà essere ampia sarà quello del Psb: il piano che indicherà riforme e investimenti della traiettoria settennale per l'aggiustamento del bilancio. Il piano dovrebbe essere illustrato dal ministro Giancarlo Giorgetti nel Consiglio dei ministri di martedì prossimo anche se servirà ancora del tempo. Soprattutto servirà la revisione dei dati macro che l'Istat ha in programma per il 23 settembre, dopo di che verrà definitivamente ultimato per il varo in Cdm. Poi ci saranno, come spiegato in capigruppo dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, una decina di giorni per l'esame parlamentare e verrà inviato a Bruxelles entro la prima decade di ottobre.

«È davvero importante - ha ricordato il presidente dell'Eurogruppo Paschal Donohoe al termine della riunione di oggi - che i piani siano credibili e completi per garantire che realizziamo i due obiettivi di consentire alle nostre economie di crescere e anche di garantire che abbiamo finanze pubbliche stabili, sicure e solide». Una volta messo a punto il Psb sarà più chiaro su quante risorse si potrà contare anche per esaudire eventuali richieste dei partiti. Che rivendicano le loro misure bandiera oltre anche a fronte del pacchetto famiglia.

Sul fronte detrazioni "Noi Moderati" chiede il raddoppio del tetto delle detrazioni scolastiche al 19% (attualmente è a 800 euro). Prioritaria per la Lega è la questione della flat tax mentre si mentre per Forza Italia resta centrale la conferma della rivalutazione straordinaria almeno al 2,5%. Gli azzurri insistono anche sul fondo per il caro affitti degli studenti fuori sede. Per capire quanta agibilità ci sarà sulle richieste che esulano dai filoni prioritari della manovra sarà però necessario attendere il varo del Psb. 

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Assegno unico, l'ipotesi di rimodulazione

Per quanto riguarda l'Assegno unico l'ipotesi veicolata da Repubblica nei giorni scorsi era quella di tagliare l'assegno base da 57 euro a figlio che oggi va alle famiglie che non presentano l'Isee o ne hanno uno sopra i 45mila euro, per spostare più risorse sulle famiglie molto numerose, con disabili. L'Assegno unico ora vale 20 miliardi l'anno e riguarda ogni anno oltre sei milioni di famiglie e 10 milioni di figli

I ritocchi all'Assegno unico potrebbero essere giustificati dalla procedura di infrazione aperta dall’Unione europea nei confronti del nostro Paese a causa del requisito di 2 anni di residenza chiesto agli stranieri, che potrebbe presto finire davanti alla Corte di Giustizia Ue. Lega e Forza Italia hanno però parlato di fake news, mentre le opposizioni attaccano l'esecutivo su questa possibile scelta.

Il piano per modificare l'Assegno unico sarebbe affidato alla ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella che poi dovrebbe passare il dossier al ministero dell'Economia. La ministra ha detto che non verrà tolto un euro alla misura. Il Mef ha invece spiegato in una nota che l'ipotesi è «fantasiosa e senza alcun fondamento in vista della prossima Manovra».

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Cosa può cambiare davvero

l governo, fin dalla sua prima legge di Bilancio nel 2022, ha incrementato l'Assegno unico per i nuclei familiari più numerosi e con figli disabili. Per chi non fa l'Isee o ha redditi superiori a 45mila euro, quindi, l'Assegno potrebbe leggermente calare (attorno ai 45-50 euro a figlio dagli attuali 57), favorendo ancora le tipologie di famiglie con reddito minore, più figli e magari situazioni di difficoltà. Probabilmente le famiglie con almeno tre figli, per almeno una decina di euro di aumento a minore ogni mese.

Questo per rimanere a saldo zero, non utilizzando altre risorse pubbliche. Altrimenti, se si trovassero le risorse, si potrebbe pensare a un secco aumento dell'Assegno per quel tipo di nuclei familiari. La revisione della misura in senso stretto potrebbe a quel punto essere solo tecnica, abbassando il requisito di 2 anni di residenza chiesto agli stranieri e rivedendo la cumulabilità con l'Isee. Ad oggi manca infatti il decreto attuativo della legge delega sull’Isee che avrebbe dovuto escludere dal calcolo dell’indicatore della situazione economica equivalente gli importi erogati per l’assegno unico.

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