CHAT CONDOMINIALE, PER COSA SI PUò UTILIZZARE E PER COSA NO

Con i tempi che cambiano la chat condominiale è ormai una realtà per tutti. Si tratta indubbiamente di uno strumento utile e veloce per scambiare delle comunicazioni, ma che valore hanno i messaggi scambiati al suo interno? Per chiarire questo punto è intervenuto il Tribunale di Velletri con la sentenza 829 dell’11 aprile 2024, spiegando per cosa si può utilizzare e per cosa no, sottolineando qual è il valore dei messaggi scambiati in tale contesto. Vediamo quanto chiarito.

Con la sua sentenza, come riportato dal Sole 24 Ore, il Tribunale di Velletri ha chiarito che la chat di condominio agevola senza dubbio “la coordinazione tra condomini in vista delle assemblee, ma non bisogna mai arrivare a pensare che le attività di una chat possano surrogarsi a ciò che formalmente e legalmente accade e viene ratificato in sede di assemblea”.

La chat di condominio non può essere utilizzata per deliberare

Nessun problema, dunque, se si utilizza la chat condominiale per favorire la coordinazione tra i vari condomini in vista delle assemblee, ma l’attività di una chat non può in alcun modo sostituire ciò che formalmente e legalmente accade e viene ratificato in sede di assemblea. Via libera all’utilizzo della chat per comunicare, ma non per deliberare.

Con la sua sentenza, il Tribunale ha ribadito il principio secondo cui il solo luogo “deputato alla formazione della volontà collettiva dei condomini è l’assemblea”. Il Tribunale ha poi sottolineato che, senza previa approvazione o successiva ratifica dell’assemblea, l’amministratore di condominio non può conferire a un professionista un incarico. Nel caso lo faccia, non si determina l’insorgenza di alcun obbligo di contribuzione dei condomini. Quanto viene detto via chat, al di fuori dell’assemblea, non ha valore di delibera.

2024-05-03T08:05:10Z dg43tfdfdgfd