Il lancio di DeepSeek-r1 ha stravolto le logiche dei modelli linguistici di grandi dimensioni (Llm), abbattendo una delle teorie cardine secondo cui il successo di questi sistemi dipende dalla quantità di risorse computazionali e dalla dimensione del dataset di addestramento del modello. Un fattore chiave della rapida ascesa dell’app cinese, costata peraltro molto meno rispetto alle controparti americane, è stato, oltre al modello di business freemium, l’architettura open source: quest’ultima consente di eseguire il sistema su server privati, evitando così i costi aggiuntivi richiesti da aziende come OpenAI e aumentando al contempo il controllo degli utenti sulle risorse utilizzate.
Ivan Ranza di Epicode, società ed-tech tra le più scelte e apprezzate d’Europa, ha condiviso un’interessante riflessione sul lancio del nuovo modello di Ai evidenziando la portata del suo successo, capace in tempi brevissimi di superare la popolarità di ChatGpt. Un fenomeno che ha riacceso prepotentemente i riflettori sulla sicurezza di questi sistemi e sulla consapevolezza degli utenti finali riguardo ai rischi ad essi correlati. Ad alimentare ulteriormente le preoccupazioni è stata la dichiarazione della società, che ha annunciato di aver limitato le nuove registrazioni alla piattaforma a causa dell’elevato numero di attacchi malevoli ai suoi servizi, pur senza specificarne l’origine.
Data Management Platform: è boom per il mercato globale
Così Ivan Ranza di Epicode: «l’idea della supremazia tecnologica statunitense rispetto alla Cina è qualcosa che è stata indotta dal successo di alcune società. Tuttavia, se si visita effettivamente la Cina, si può constatare in modo tangibile che il Paese vanta uno sviluppo tecnologico di assoluta avanguardia. L’intelligenza artificiale viene utilizzata da tempo nella vita di tutti i giorni e la robotica, in alcuni casi, ha già iniziato a sostituire figure professionali come i camerieri.”
I timori sono reali, poiché ci possono essere conseguenze legate all’integrazione dell’Ai nella nostra vita quotidiana. Questi rischi esistono indipendentemente da chi fornisca la tecnologia, ma è comprensibile l’impatto che tali notizie hanno avuto sui mercati e, in particolare, sui produttori di microprocessori, che vedono vacillare le basi della loro leadership. L’Ai, infatti, ha mostrato il suo potenziale in grado di influenzare tutto, dalla sicurezza dei dati personali alle strategie di difesa nazionale e questo, già da tempo, ha portato la questione della cybersicurezza in cima alle priorità nelle agende dei governi, che dibattono su come rendere questa tecnologia più sicura in vista del suo potenziale rivoluzionario.
In tale contesto, è necessario essere oculati: nonostante molte piattaforme Llm rassicurino gli utenti, è evidente che condividere informazioni sensibili della propria azienda o della propria vita personale non sia una scelta ottimale. Elaborare un documento finanziario tramite l’Ai per riceverne una sintesi, ad esempio, è comodo, ma può esporre a rischi significativi. Da ciò possiamo trarre una duplice riflessione: da un lato, la gratuità di DeepSeek potrebbe celare un obiettivo simile, ovvero la raccolta di nuovi dati. Dall’altro, il suo modello – come quello di Llama di Meta – eseguito in self-hosting, ovvero ospitato su server aziendali, consente di mantenere le informazioni all’interno della rete aziendale. In questo modo si evita che dati sensibili escano dal perimetro di controllo, riducendo i rischi legati alla protezione della privacy.
Una cosa è certa, sottolinea Ranza nella sua riflessione: l’ascesa di DeepSeek deve servire da monito sulla necessità di una maggiore consapevolezza da parte di tutti gli attori coinvolti in tema di sicurezza, in un mondo in cui l’innovazione potrebbe avanzare più velocemente della capacità di tutelare chi la utilizza. Tutto ciò che facciamo, preferiamo e cerchiamo nel digitale costituisce un dato che potrebbe essere usato in modi che forse non possiamo ancora comprendere. Ci sarà, quindi, sempre più bisogno di esperti in sicurezza informatica, sia a livello istituzionale sia aziendale, a riprova del fatto che mai come oggi è necessario offrire una formazione adeguata alla nuova generazione di professionisti, ai quali sono richieste elevate e specifiche competenze, sia tecniche sia relazionali.
2025-02-04T09:06:50Z