JUVE, LE MOTIVAZIONI DELLA PENALIZZAZIONE DI 15 PUNTI: "ILLECITO GRAVE, RIPETUTO E PROLUNGATO. BILANCI NON ATTENDIBILI"

"La Juve ha commesso un illecito disciplinare sportivo, tenuto conto della gravità e della natura ripetuta e prolungata della violazione". Lo spiega -  apprende l'ANSA - la Corte di appello Figc nelle motivazioni, che saranno ufficializzate a breve,  della sentenza del -15 alla Juve per le plusvalenze. Nel merito è stato ritenuto che la Juve abbia commesso l'illecito, "vista la documentazione proveniente dai dirigenti" del club "con valenza confessoria e dai relativi manoscritti, le intercettazioni inequivoche e le ulteriori evidenze relative a interventi di nascondimento di documentazione o addirittura manipolatori delle fatture".  "Per quanto riguarda la sanzione - proseguono le motivazioni -, la Corte ha tenuto conto della particolare gravità e della natura ripetuta e prolungata della violazione e della stessa intensità e diffusione di consapevolezza della situazione nei colloqui tra i dirigenti della FC Juventus S.p.A".

Sono trentasei le pagine di motivazioni per la sentenza di penalizzazione di 15 punti alla Juve nel processo plusvalenza: la Figc ha pubblicato ora il dispositivo della Caf con le argomentazioni, anticipate dall'ANSA, che hanno portato alla revocazione del processo, alla condanna del club bianconero e al proscioglimento degli altri club coinvolti.  "Tutte le plusvalenze generano effetti positivi sul bilancio dell'esercizio nel quale si realizzano (plusvalenze) ed effetti negativi (ammortamenti), di pari ammontare cumulato, negli esercizi successivi, di talchè l'affermazione della compensazione degli effetti sul piano economico e patrimoniale nel corso degli anni è, per un verso, irrilevante e, per altro verso, inidonea ad attribuire carattere di liceità ad una plusvalenza artificiale. Al contrario, sostenere che in ogni caso gli effetti si compensano nel medio termine, un quadriennio o quinquennio, equivale a dichiarare che i bilanci degli esercizi compresi nell'intervallo temporale di riferimento non sono veritieri, in quanto tutti affetti da operazioni che hanno manipolato la distribuzione temporale dei risultati economici, mancando di qualsiasi rappresentazione della sostanza dei fenomeni economici e non rappresentandone fedelmente gli effetti". E' un altro passo delle motivazioni della sentenza con cui il 20 gennaio scorso la Caf ha inflitto 15 punti di penalizzazione alla Juventus a conclusione del processo sulle plusvalenze.

 

Con l'ulteriore precisazione che l'earning manipulation (manipolazione del guadagno, ndr) incide, evidentemente, anche sul patrimonio netto della società, rendendone il valore non espressivo. Esattamente come rappresentato dalla Procura federale nel proprio deferimento e come anche e soprattutto rappresentato da Consob nella propria delibera 22482/2022 ove è chiarito, senza mezzi termini, che il comportamento della FC Juventus S.p.A. comporta la "violazione del principio dell'attendibilità della situazione patrimoniale-finanziaria, del risultato economico e dei flussi finanziari dell'entità previsto dallo IAS 1". I bilanci della FC Juventus S.p.A. (cui Consob si riferisce) semplicemente non sono attendibili".

"Scopo del processo sportivo - spiega la Corte Federale - non è giungere ad una determinazione numerica esatta dell'ammontare delle plusvalenze fittizie, bensì individuare se un fenomeno di tale natura vi sia effettivamente stato, se esso sia quindi sussumibile sotto la fattispecie dell'illecito disciplinare sportivo e, infine, se esso possa essere considerato sistematico - cioè riferito a più operazioni e più annualità - come contestato dalla Procura federale. La documentazione acquisita dalla Procura federale, direttamente proveniente dai dirigenti della società con valenza confessoria, le intercettazioni anch'esse inequivoche, sia atomisticamente considerate che nel loro complesso, i riscontri ulteriori formati dalla contrattualistica volta a regolare un effetto concreto di permuta non manifestato all'esterno, e le ulteriori evidenze relative ad interventi di nascondimento di documentazione (caso Pjanic) o addirittura manipolatori delle fatture (caso Olympique De Marseille) costituiscono un quadro fattuale che assorbe ogni altra considerazione".

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