SCUOLA, IL MINISTERO VUOLE I COMPITI SCRITTI SUL DIARIO: COMIX SPIEGA L’IMPATTO SUL SETTORE

Sì, vabbé, c’è il registro elettronico, ci sono i workspace e le classroom virtuali varie ed eventuali, ma quando viale Trastevere chiama le scuole, in un modo o nell’altro, devono rispondere. E la richiesta, stavolta, ha il sapore delle cose di una volta: ciascuno studente di elementari e medie, a partire del prossimo anno scolastico, dovrà annotare i compiti da svolgere a casa sul proprio diario. A mano. Lo stabilisce - o meglio: lo «raccomanda» - una circolare del ministero dell’Istruzione e del merito che punta a stimolare la responsabilità e l’autonomia degli alunni nella gestione delle richieste di studio da parte dei docenti.

Niente di troppo nuovo sotto il sole: ai ragazzi si chiede più o meno quello che, prima di loro, facevano i loro genitori e, prima ancora, i loro nonni. Per i quali il diario scolastico era molto di più che un’agenda sulla quale annotare le cose da fare a casa: era una specie di social network prima che inventassero i social network. Pezzi dal taglio sociologico sulla scelta di Giuseppe Valditara probabilmente ne avrete già letti, ma quale può essere l’impatto della mossa del ministro sul settore dei diari scolastici? E, più in generale, qual è lo stato di salute del comparto? «Abbiamo attraversato periodi difficili e momenti estaltanti. Il presente è all’insegna della tenuta, ma mi sento di dire che sul futuro siamo abbastanza ottimisti». A parlare è Davide Gastaldi, direttore generale di Franco Cosimo Panini Editore, casa editrice erede della storia della storia della famiglia Panini di Monedena che ha nella scolastica il proprio core business. Soprattutto grazie a un prodotto: il diario Comix che da trent’anni tiene compagnia agli studenti italiani con le pagine bianche su cui annotare i compiti e quelle «nero su bianco» che raccolgono i pensieri in libertà di umoristi, cantanti, sportivi e (adesso anche) influencer.

«Il diario cartaceo», continua Gastaldi, «ha una lunga storia dietro le proprie spalle e, mi sento di dire, anche un futuro interessante cui la circolare del ministero può senza dubbio contribuire. Scrivere fa bene, leggere pure e mi sento di dire che i nostri prodotti rappresentano0 una proposta che va in entrambe le direzioni». C’è stato un tempo in cui al liceo si capiva da che parte stavi, a seconda che avessi Smemoranda, Cuore o appunto il diario Comix, che nasceva dall’omonimo glorioso settimanale a fumetti. Oggi lo scenario d’insieme è piuttosto diverso: Cuore non esiste più, la Smemoranda torna in libreria con una newco dietro le spalle che l’ha salvata a febbraio scorso e Comix è leader incontrastato del segmento, mentre sul cosiddetto «tessuto» (zaini, astucci & co.) comanda il gruppo Seven. Franco Cosimo Panini ha chiuso il 2023 con 34,5 milioni di fatturato di cui 11 milioni determinari dai diari con il prodotto Comix in testa (7,7 milioni). L’azienda modenese che conta 92 dipendenti e 36 agenti monomandatari valuta uno scenario di sostanziale stabilità.

«In un mercato in costante contrazione a causa del calo demografico e della conseguente riduzione della popolazione scolastica», spiega Gastaldi, facendo riferimento ai circa 120mila studenti in meno contati ogni anno,« stiamo riuscendo non solo a mantenere il fatturato ai livelli degli scorsi anni, ma anche ad aumentare la nostra quota di mercato. Questo successo, in tempi di grande recessione e incertezza, è dovuto alla nostra attenzione meticolosa alla qualità del prodotto. Basti pensare alla grande attenzione ai contenuti editoriali dei nostri diari e agli ingenti investimenti pubblicitari. Il nostro piano marketing comprende sia i mezzi più tradizionali (non solo Tv lineare e on demand ma anche eventi, ndr), sia un’imponente strategia di marketing digitale, con una forte presenza sui social media e un’intensa attività di influencer marketing». In quest’ottica, Comix è presente con uno stand e un suo calandario di eventi al Giffoni Film Festival. «Qualcuno», conclude il direttore generale, «potrebbe pensare che i social sono concorrenti del diario cartaceo. La nostra sfida è considerarli alleati. Fermo restando che continuiamo a ragionare da casa editrice. E quindi, al centro del nostro lavoro, c’è la qualità dei contenuti che proponiamo». Non per altro: finiscono sul banco dei nostri figli e ci restano per un anno.

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