SISMABONUS, OK ALLA REMISSIONE IN BONIS: ECCO COS’è

Sismabonus, via libera alla remissione in bonis: si tratta di una sanatoria utile per il contribuente che ha dimenticato di presentare il modello B sulla riduzione dei rischi sismici. Tuttavia non è possibile correggere gli errori in esso presenti. Vediamo le ultime novità e cosa significa ricorrere alla remissione in bonis. 

Novità in materia Sismabonus, con l’art. 2 ter, co. 1, lett. c) del DL 11/2023 sarà possibile ricorrere  alla remissione in bonis al fine di sanare la mancata presentazione dell’asseverazione di riduzione del rischio sismico. Parliamo del modello B, il modulo che deve compilare il progettista delle opere strutturali per asseverare la riduzione del rischio sismico che si otterrà dopo aver eseguito l’intervento. L’assenza della asseverazione, infatti, impediva l’accesso ai bonus antisismici e non era ammesso il deposito tardivo.

Gli ultimi aggiornamenti portano numerosi vantaggi alle persone fisiche, ai condomini e anche alle imprese che potranno riprendere quei lavori sospesi proprio per non aver presentato il modello B. Si tratta di una vera e propria rivoluzione in quanto la mancata presentazione nei termini del modello B ha sempre precluso l’accesso al Sismabonus.

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Il Sismabonus ammette la remissione in bonis

Ricordiamo che il Sismabonus consiste in una detrazione del 50%, che va calcolata su un ammontare massimo di 96.000 euro per unità immobiliare, rivolta ai contribuenti che eseguono interventi per l’adozione di misure antisismiche sugli edifici. L’agevolazione può essere richiesta per le somme spese nel corso dell’anno e può essere ceduta se relativa a interventi effettuati su parti comuni di edifici condominiali. La percentuale di detrazione e le regole per poterne fruire sono diverse a seconda dell’anno in cui la spesa viene effettuata. Sono concesse detrazioni più elevate quando alla realizzazione degli interventi consegua una riduzione del rischio sismico.

La detrazione è più elevata (70 o 80%) quando dalla realizzazione degli interventi si ottiene una riduzione del rischio sismico di 1 o 2 classi e quando i lavori sono stati realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali (80 o 85%). Inoltre, per le spese sostenute dal 1° luglio 2020, l’articolo 119 del decreto legge n. 34/2020 ha introdotto per determinati interventi antisismici la detrazione del 110% (il cosiddetto “Super sisma bonus”).

Come si fa la remissione in bonis?

Come anticipato, la remissione in bonis serve ad evitare che adempimenti formali non eseguiti con le giuste tempistiche precludano la possibilità per il contribuente di fruire di alcuni benefici fiscali. Dunque, coloro che hanno dimenticato di inviare una comunicazione necessaria per godere di alcuni benefici fiscali, ha come ultima chance quella di ricorrere alla remissione in bonis.

Per effettuare la remissione in bonis per il Sismabonus, è possibile scegliere tra due opzioni:

  • presentare il modello B che manca al Comune
  • pagare la sanzione di 250 euro con l’F24.

I requisiti fondamentali per poter utilizzare la remissione in bonis sono i seguenti:

  • il titolo edilizio deve essere stato rilasciato dopo il 1° gennaio 2017
  • l’istituto sanante deve essere realmente necessario. La remissione in bonis non serve se l’iter edilizio è stato avviato dopo il 16 gennaio 2020, ma i lavori non sono iniziati
  • accertarsi che sia tecnicamente possibile predisporre il modello B
  • controllare che non sia stata presentata la pratica sulla fine dei lavori.

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