SLOGAN ELETTORALI VINCENTI, BOOMERANG ASSICURATO: CASO TORIES, COERENTI CON IL PROGRAMMA MA BOCCIATI SU DUE FATTORI CHIAVE

Nel 2019 il partito conservatore inglese sotto la guida di Boris Johnson conseguì la maggiore vittoria elettorale dagli anni 80, guadagnando un’ampia maggioranza assoluta in parlamento. Cinque anni e tre primi ministri dopo, per i Tories si sta avvicinando la maggiore sconfitta alle elezioni nazionali della loro storia, come l’ennesima disfatta alle elezioni locali della settimana scorsa ha confermato (persi nove sindaci su dieci e metà dei rappresentanti locali, superati non solo dal Labour Party ma anche dai Liberal Democrats).

Le cause del crollo dei Tories

Quali sono le cause di questo crollo? Certamente non voltafaccia programmatici. Le policies approvate dai Tories in questo mandato sono state assolutamente coerenti con il loro programma elettorale del 2019. In primo luogo lo slogan “Get Brexit Done”, che assicurò il clamoroso successo nelle urne, è diventato realtà con impeccabile puntualità il primo gennaio 2021, nonostante la pandemia in corso. Oltre a ciò, i Tories hanno messo in pratica tutte le principali promesse contenute nel loro manifesto elettorale: sovranità in campo economico (nessun accordo speciale con EU), limiti all’immigrazione legale e lotta molto dura contro quella illegale (governo UK è stato il primo in Europa a pianificare la deportazione dei clandestini in un altro paese, il Ruanda), marcia indietro sulla transizione energetica (abolizione target su trasporto e riscaldamento, concessione nuove licenze estrazione idrocarburi). Il cambio di leadership del Labour certamente ha avuto un impatto.

Con l’ascesa di Keir Starmer il partito ha abbandonato le istanze estremistiche degli anni precedenti e si è riavvicinato alle posizioni che aveva ai tempi di Tony Blair e Gordon Brown. Ogni ambiguità riguardo la Brexit è stata abbandonata. Detto questo, sicuramente il Labour rappresenta in questo momento un’alternativa molto più accettabile per i cittadini che cinque anni fa, ma soprattutto in virtù di quello che non dice più che di quello che sostiene. Il manifesto del partito resta molto vago su molte questioni. E Starmer non ha certamente sinora mostrato il carisma mediatico di qualche suo predecessore.

La verità è che la responsabilità del tonfo dei Tories è imputabile principalmente a loro stessi. La sovranità economica ha generato il tasso d’inflazione più altro tra tutti paesi del G7 e una crescita economica insignificante, tanto che si prevede che presto il paese occuperà l’ultimo posto tra i sette grandi. Le misure sull’immigrazione non solo non hanno prodotto alcun risultato (due anni fa l’immigrazione in UK ha raggiunto il massimo storico, 750.000 ingressi netti), ma la retorica dei Tories ha finito per ritorcersi contro di essi (una bandiera elettorale è diventata simbolo del loro fallimento).

La bocciatura dei cittadini

Vari sondaggi rilevano che quasi il 70% dei cittadini ritiene insoddisfacenti le azioni del governo in materia di immigrazione. La qualità dei servizi pubblici è drammaticamente deteriorata, in particolare il servizio sanitario. Il governo non ha saputo gestire le richieste di numerosi settori di fronte all’aumento del costo della vita, il che ha causato un’ondata di scioperi nei trasporti e appunto nel personale medico (persino il Royal College of Nursing ha scioperato per la prima volta nella storia). Tutto ciò mentre posizioni chiave ministeriali sono state affidate a persone palesemente incompetenti e impreparate, selezionate in base alla fedeltà ideologica o personale e non al merito.

Il rapporto con l’elettorato

Il culmine è stato toccato con Liz Truss che, pur ricoprendo la carica di Primo Ministro solo per poche settimane, è riuscita ad affossare la sterlina e a causare un terremoto nel sistema finanziario inglese. La diffusa incompetenza è stata alla radice dell’incapacità di cambiare idea anche a fronte di evidenti fallimenti, come nel caso della politica economica (il ritorno al governo come ministro degli Esteri di una persona politicamente squalificata come David Cameron è la prova di come i Tories abbiano perso contatto con la sensibilità dell’elettorato).

Cosa può insegnare lo sfacelo dei Tories a forze politiche di altri paesi? Ogni paese fa storia a sé, e la società UK ha diverse peculiarità molto specifiche (in particolare, i media inglesi sono tra i più indipendenti e oggettivi nel mondo). Ma qualche riflessione si può fare. Slogan elettorali vincenti possono rivelarsi una maledizione. L’economia e la qualità dei servizi pubblici restano i fattori determinanti nel lungo periodo. L’incompetenza si paga.

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