SUL CONTRATTO PA VOGLIAMO IL PANE E ANCHE LE ROSE. FERMIAMO I GIOVANI IN FUGA ALL’ESTERO

(a cura di Claudio Correzzola, Segretario generale Flepar - Inail)

Pochi giorni fa è stato firmato il contratto nazionale 2019-2021 della Dirigenza Funzioni centrali del pubblico impiego. Flepar Inail è presente al tavolo per il tramite della Federazione Flepar, che non ha firmato. I punti critici sono stati riassunti in due articoli, dal segretario di Flepar Federazione e dal presidente Aran.

Il contratto riguarda dirigenti, professionisti e medici dell’Area VI della Dirigenza Funzioni centrali. Fra i professionisti vi sono avvocati, ingegneri, chimici, biologi, geologi, architetti, statistici, attuariali ecc. che lavorano presso la PA in qualità di dipendenti, con quella che un tempo si chiamava Decima Qualifica, la stessa dei medici. I professionisti tecnici, iscritti all’albo, hanno il compito di redigere pareri tecnici, gli avvocati rappresentano la PA in giudizio e redigono pareri legali. Il professionista nella PA non è meno professionista di quello privato, così come un medico in un ospedale pubblico non è meno medico di quello che lavora in una clinica privata. Piuttosto in quanto “pubblico impiegato” ha qualche responsabilità in più, attribuita dall’art. 98 della Costituzione. Egli svolge un “ruolo di garanzia” per il pubblico. La vicenda del Ponte Morandi ha mostrato quanto siano importanti i pareri tecnici nella prevenzione.

FLEPAR, per accentuare questo ruolo di garanzia e per semplificare la burocrazia, da anni presenta un modello di PA in cui la catena decisionale non è più piramidale e verticistica, ma in parallelo, basata sulle competenze specialistiche, così da ottenere un controllo diffuso, garanzia di trasparenza, efficienza e di "conformità da progetto". Avere i professionisti, pur non dirigenti, in ruolo paritario a quello della dirigenza, non vuol dire mettere in contrasto dirigenti e professionisti, ma riuscire a farli lavorare insieme con azione sinergica.

Non si tratta quindi di un’idea nata nell’ultimo tavolo contrattuale, ma di uno strumento di rigenerazione della PA, per realizzare velocemente i progetti del PNRR. Un parere legale o tecnico redatto in scienza e coscienza, secondo regole deontologiche è una forma di tutela per il cittadino.

Il “giudizio esperto” di un professionista pubblico è necessario dove la materia non è consolidata e vi è un’asimmetria informativa tra le due parti, PA e cittadino, che non può esser costretto a dotarsi dello stesso livello di consulenza legale, tecnica, medica per vedere riconosciuti i propri diritti. Un esempio potrebbe essere un parere tecnico sulla manutenzione di un’opera pubblica.

Il presidente Aran ha sottolineato che i professionisti nella PA possono beneficiare dell’elevata autonomia garantita proprio dall’adesione all’albo. Questo, tuttavia e a maggior ragione, è incompatibile con la struttura disciplinare del contratto dei funzionari, che comprende le “elevate professionalità”, mentre è più vicina a quella della dirigenza. I professionisti del parastato, tecnici in particolare, soffrono le conseguenze di un blocco nei concorsi di oltre venti anni, dell’assenza di progressioni economiche, bloccate da contingenti anacronistici.

Di fronte a un rinnovo contrattuale FC 2019-2021, scaduto e con risorse economiche già definite e limitate, FLEPAR “avrebbe voluto una struttura retributiva simile a quella della dirigenza, prendendone però solo la parte migliore”. Riassunto perfetto, ma cosa dovrebbe chiedere un sindacato per i propri iscritti? Niente meno del meglio, ovviamente.

In realtà FLEPAR chiede il meglio per tutti i professionisti, cosciente del fatto che l’Italia ha bisogno delle competenze dei professionisti per ripartire e quindi dobbiamo offrire ai nostri giovani tecnici un trattamento economico e prospettive di carriera adeguate.

Dobbiamo confrontarci con un fatto, sempre più giovani italiani laureati vanno all’estero a lavorare, proprio per la mancanza di prospettive adeguate alle loro competenze. Prima di pensare al rientro dei cervelli in fuga occorre trovare il modo di non farli scappare.

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