UN VIAGGIO NEL CUORE DEL QUARTIERE COPPEDè A ROMA TRA STORIA, SEGRETI E CURIOSITà

A Roma, tra la Salaria e la Nomentana, sorge il quartiere Coppedè. Progettato nei primi due decenni del Novecento dall’architetto Gino Coppedè, da cui ha preso il nome, questo angolo della città di cui ricorre il centenario è tutto da scoprire. Non solo per gli edifici che lo contraddistinguono, ma anche per le tante curiosità che racchiude. La Fontana delle Rane di Piazza Mincio, sottoposta ad un importante restauro terminato nel mese di ottobre 2020, il Villino delle Fate, la Palazzina del Ragno, il Palazzo degli Ambasciatori con il suo arco e il suo suggestivo lampadario che rappresentano un vero e proprio ingresso al quartiere da via Dora. Qui tutto è sorpresa, mistero e fiaba. idealista/news è andata alla scoperta di questo piccolo gioiello della Capitale in compagnia di Fabrizio Falconi, giornalista e scrittore che ha dedicato molti dei suoi libri alla storia della Città Eterna, come ad esempio “I fantasmi di Roma”, “Misteri e segreti dei Rioni e dei Quartieri di Roma”, “Roma segreta e misteriosa”, “La Storia di Roma in 501 domande e risposte”, “Le Basiliche di Roma”.

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Proprio in occasione del suo centenario, nel quartiere Coppedè è in atto un intervento di riqualificazione il cui primo step è appena terminato. Il II Municipio è intervenuto sulla sede stradale intorno alla celebre Fontana delle Rane a piazza Mincio sostituendo l’asfalto ammalorato con i sanpietrini recuperati durante l’intervento di via Pinciana. Con fondi giubilari verrà ora pedonalizzata via Dora e parte della piazza.

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Come e quando nasce il quartiere Coppedè?

“Il quartiere Coppedè nasce nei primi due decenni del Novecento, in particolare i lavori si svolgono dal 1916 al 1927”.

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Perché si chiama così e da chi è stato progettato?

“Si chiama così ed è popolarmente chiamato in questo modo dall’architetto che lo ha disegnato, il grande Gino Coppedè. Un architetto toscano che ebbe un brillante inizio di carriera quando gli fu commissionato il Casino Mackenzie in Liguria, poi arrivò a Roma dove ricevette subito grandi commissioni, tra cui questo nuovo quartiere che si sarebbe dovuto chiamare quartiere Dora. Ma il nome di Coppedè ha prevalso e per tutti i romani ormai è 'il quartiere Coppedè'”.

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Quali sono gli stili architettonici predominanti?

“Coppedè, da buon talento geniale come era, ha mischiato diversi generi.

Ha voluto sintetizzare in questo nuovo quartiere degli stili molto diversi tra di loro: il Liberty, il Barocco, ma anche reminiscenze del Rinascimento italiano.

La Fontana delle Rane, per esempio, è un omaggio indiretto, ma con molti richiami, alla Fontana delle Tartarughe di Bernini. C’è quindi anche un richiamo alla classicità delle fontane romane”.

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Quali sono gli edifici più particolari?

“Il quartiere è formato da circa 27 palazzi e 16 villini, ma il cuore del quartiere, la parte più famosa, è quella dove ci troviamo, Piazza Mincio, su cui affacciano i due Palazzi degli Ambasciatori, che sono collegati da un grande arco, nel quale Coppedè ha inserito anche la sua firma.

Sulla base di una colonna si legge infatti ‘Architetto Gino Coppedè’.

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Su questa stessa piazza affacciano poi i tre palazzi più famosi: il Villino delle Fate, che si compone di due grandi corpi di fabbrica, con torri fantastiche che fanno venire in mente i romanzi di Lewis Carroll; il celebre Palazzo del Ragno; e poi il cosiddetto Palazzo senza nome, un palazzo il cui frontale fu ispirato addirittura dalla scenografia del famoso kolossal del muto ‘Cabiria’, realizzato con grandi scenografie”.

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Gli edifici di questo quartiere sono caratterizzati da simboli e figure particolari. Che significato hanno?

“In tutti questi palazzi, in tutte queste costruzioni, Coppedè ha disseminato dei simboli stranissimi, molti animali singolari, come l’ippocampo, il ragno, le rane, il gallo. Si tratta di simboli molto difficili da decifrare. Sulla facciata del Palazzo del Gallo, ad esempio, ha messo dei dadi che simboleggiano una cifra particolare.

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Ci sono dunque animali strani e simboli – diciamo così – esoterici. Ma la parola ‘esoterici’ non deve far pensare a qualcosa necessariamente di satanico,

perché ‘esoterico’ vuol dire semplicemente qualcosa il cui significato non è chiaro, non è aperto a tutti, ma deve essere codificato,

cioè deve essere compreso attraverso lo studio e quindi l’iniziazione a un certo tipo di conoscenza”.

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Il quartiere Coppedè racchiude delle curiosità particolari?

“Trattandosi di un quartiere molto eccentrico dal punto di vista architettonico, nel corso del tempo ha attratto moltissimi personaggi famosi in visita a Roma e che sono stati portati ad ammirare il quartiere Coppedè.

C’è per esempio un aneddoto che riguarda i Beatles all’epoca della loro unica tournée al Teatro Adriano di Roma.

Si racconta che la sera furono portati qui, ma trovando il Piper Club, il famoso locale di via Tagliamento, stracolmo e facendo molto caldo decisero di farsi un bagno nella Fontana delle Rane, poi andarono in un altro locale in via Veneto.

Questo quartiere ha fatto anche da set per tantissimi film, in particolare film dell’orrore. Prima il maestro di Dario Argento, cioè Lamberto Bava, ha girato qui dei film famosi e poi anche lo stesso Dario Argento ha utilizzato il quartiere come set per i film ‘L’uccello dalle piume di cristallo’ e ‘Inferno’. Non solo, è addirittura venuto qui ad abitare, ha comprato una casa ed è diventato un residente del quartiere Coppedè”.

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Il quartiere Coppedè è un quartiere tematico di Roma. Che cosa vuol dire e quali sono gli altri quartieri tematici della città?

“Dopo l’Unità d’Italia e fino al fascismo i Piani Regolatori, i piani urbanistici di Roma, prevedevano la costruzione di quartieri che dal punto di vista urbanistico dovevano essere omogenei, cioè dovevano rispettare uno stile molto preciso. È stato così con il quartiere Prati, con la Piccola Londra al Flaminio, con il quartiere Giardini, con la Garbatella e con tanti quartieri che sono sorti in quel periodo. Anche Coppedè è contraddistinto da questa grande unità stilistica che caratterizza gli edifici, i villini e i palazzi costruiti nel quartiere”.

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