È INIZIATO LO SCIOPERO DEGLI ATTORI DEI VIDEOGIOCHI CONTRO L’IA

Gli attori sono di nuovo in sciopero, ma stavolta vogliono colpire gli studi di videogiochi. I membri di SAG-AFTRA, il sindacato del quale abbiamo già sentito parlare in concomitanza con gli scioperi dello scorso anno, ha affermato che i motivi dello stop al lavoro sono sostanzialmente gli stessi del blocco che ha tenuto in ostaggio le produzioni cinematografiche e televisive nel 2023.

La richiesta è di aumenti della paga e maggiori tutele sia sul set, sia rispetto agli utilizzi dell’intelligenza artificiale. Lo sciopero è già iniziato e riguarda sette compagnie attive nel settore del gaming, alle quali si aggiungono Activision Blizzard, WB Games ed Electronic Arts.

Il contratto collettivo, scaduto a novembre del 2022, è stato esteso per un periodo di tempo che è terminato durante l’estate dello scorso anno. Secondo i rappresentanti dell’unione delle compagnie, l’intesa con il sindacato era stata raggiunta su 24 dei 25 punti totali, compresi “aumenti dello stipendio di portata storica - così si legge sul New York Times - e maggiori sicurezze sul lavoro”.

Poi la rottura, che è stata annunciata ieri.

Cosa significa questo per i videogiocatori? Non è il primo sciopero degli attori che prestano il volto e la voce ai personaggi in computer grafica. Lo stesso era successo nel 2016, prolungandosi per quasi un anno e, a differenza che nel cinema e nella TV, l’impatto di questa scelta non si è fatto chiaramente sentire.

Secondo il New York Times, una produzione videoludica impiega parecchio ad essere completata, quindi i player non risentiranno nell'immediato delle conseguenze dello sciopero, che non riguarda le produzioni messe in cantiere fino a settembre 2023 e i giochi live service che hanno bisogno di un aggiornamento periodico, come Fortnite.

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