IL CEO DI BINANCE RISCHIA 3 ANNI DI PRIGIONE PER RICICLAGGIO

Binance se la passa decisamente bene, con il suo token di governance BNB che si trova vicino ai massimi di prezzo del ciclo precedente e con una quantità di clienti e volumi di scambio da far impallidire i concorrenti.

Lo stesso però, non si può dire del suo ormai ex CEO, ovvero Changpeng Zao, il quale si trova ingarbugliato in una causa legale con la SEC americana e per la quale rischia di finire in prigione.

Notizia di questi giorni infatti vede la possibilità che Zao si ritrovi a dover scontare 3 anni di prigione per l’accusa di riciclaggio, la stessa accusa che ha portato alle sue dimissioni ormai qualche mese fa.

Ma davvero potrà andare così? Con uno degli uomini più ricchi e più influenti del mondo (o almeno del mondo crypto) che finirà dietro le sbarre?

In realtà la cosa è improbabile, dato che si parla di una sentenza relativamente breve (venissero pronosticati 30 anni di prigione sarebbe molto diverso) e di una giustizia da sempre prona al patteggiamento.

Uno degli scenari più realistici in questo senso è che si arrivi a un qualche accordo finanziario che vedrà Zao pagare una multa esemplare e il caso chiuso senza tanto clamore.

Questo è, ovviamente, solo uno dei tanti scenari possibili, ma ovviamente rimane anche viva la possibilità che ci sia davvero una sentenza che porta alla galera. Occorre però ricordare che Zao non è di nazionalità statunitense e, per scontare la pena, dovrebbe essere estradato negli Stati Uniti, cosa affatto scontata.

SEC contro crypto

Sebbene sia una questione legale tra la SEC e Zao, non possiamo limitarci a vederla solo in quest’ottica, dato che c’è sempre molto di più quando si parla di crypto e di mercato americano.

Ancora una volta la SEC rincorre le crypto e cerca di arrivare a delle punizioni in questo settore che riescano a consegnare un controllo più stretto sul medesimo.

Lasciamo da parte il caso FTX e del suo CEO, Sam Bankman-Fried, il quale è chiaramente un caso di tutt’altro livello e portata, con milioni di clienti dell’exchange frodati da questo individuo.

Nel caso Zao è ancora una volta una questione di posizioni, con gli enti regolatori che (spesso giustamente) vogliono rimodellare il mercato delle crypto a loro piacimento.

Il caso di Ripple, le varie accuse agli exchange come Coinbase, i problemi col CEO di Uniswap e una lista praticamente infinita di piattaforme che operano nel mondo delle crypto, sono una traccia che lascia davvero poco spazio a dubbi.

Ma come se la passa la SEC da questo punto di vista? In realtà male, dato che la maggior parte delle azioni legali intraprese hanno portato a una vittoria per le crypto o, al massimo, qualche bacchettata sulle mani e delle multe salate che non hanno spostato di molto il mercato.

Se Zao dovesse cavarsela con poco o nulla, scenario che appare comunque possibile per non dire probabile, segnerebbe l’ennesima sconfitta ai punti per la SEC.

Questo, per tutti gli investitori e amanti delle crypto, non può che far felici dato che, a conti fatti, uno dei principali ostacoli sulla strada di Bitcoin e dell’intero settore, è sempre stato l’ente regolatore americano.

Senza nulla togliere alla possibile colpevolezza di Zao e a un caso di riciclaggio che, se provato, va giustamente punito, non possiamo che vivere ancora una volta con un certo interesse gli sviluppi di un caso che ridefinirà ancora una volta i rapporti tra le crypto e l’America.

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