PATENTE DRONI: TUTTE LE INFORMAZIONI UTILI

Gadget tech a cui è ormai difficile rinunciare, i droni stanno rivoluzionando tempo libero, vacanze e vita aziendale. Amazon ha dichiarato di essere pronto a utilizzarli come nuovo corriere per la consegna dei pacchi, mentre sono sempre di più le persone che vestono i panni del pilota remoto per realizzare scatti o video ricordo dei propri viaggi.

Prima di acquistarne uno, è tuttavia importante conoscere tutte le regole da rispettare durante i voli. La patente droni, ad esempio, è un documento che diventa indispensabile non appena il velivolo supera i 250 grammi o il suo utilizzo è di tipo professionale. Vediamo allora le norme previste in Europa e come ottenere il via libera per sfrecciare nei cieli in libertà.

Quando è necessaria la patente per droni

La patente droni, o attestato pilota droni, è il lasciapassare rilasciato da un ente accreditato a livello nazionale, che certifica la capacità di un soggetto di pilotare il velivolo.

In Italia, l’utilizzo di questi mezzi deve seguire le indicazioni offerte da due organizzazioni. L’EASA - European Union Aviation Safety Agency opera a livello comunitario e stabilisce le regole entro cui tutti i Paesi membri sono liberi di muoversi. L’ENAC - Ente Nazionale Aviazione Civile si occupa invece di recepire queste norme e, se necessario, di inasprirle per adattarle al contesto italiano.

Le ultime novità circa il patentino risalgono al 31 dicembre 2020, data in cui è stata dichiarata l’obbligatorietà di essere in possesso del documento per tutte le persone che vogliono utilizzare un drone di un peso superiore ai 250 grammi compresi, sia per motivi di svago, sia per un uso professionale.

Le nuove disposizioni hanno così sostituito i regolamenti precedenti, che prevedevano l’obbligo di patente anche al di sotto dei 250 grammi, ma solo per l’utilizzo professionale del mezzo. Tuttora, però, coloro che pilotano devono in ogni caso rispettare le regole di volo, assicurare il drone con polizza RC e registrarsi in qualità di proprietari del velivolo radiocomandato.

Tutti i tipi di patente per droni

Stabiliti tutti gli obblighi in materia di patente droni, è utile sapere che esistono due diverse categorie di attestato che è possibile conseguire: il patentino A1-A3 e il patentino A2. Entrambe si differenziano per due discriminanti, ossia il peso del velivolo e la possibilità di volare sulle persone.

Più nello specifico, con l’attestato A1 si possono eseguire voli sopra le persone, con droni al di sotto dei 250 grammi o il cui peso è compreso tra i 250 e i 900 grammi, a patto che sia presente la marcatura CE. Nella sottocategoria A3 rientrano i droni con un peso compreso tra i 4 e i 25 chili, che possono volare lontano dalle persone e devono mantenere una distanza di 150 metri dalle zone residenziali, commerciali e industriali.

Da ultimo, il patentino A2 dà la possibilità di volare vicino alle persone con droni tra i 900 grammi e i 4 chili. In questo caso, è proibito il volo su assembramenti e bisogna mantenere una distanza massima di 30 metri dalle persone non coinvolte, che scende a 5 metri se la velocità è inferiore agli 11 km/h. Per ottenere l’attestato, tuttavia, è necessario aver conseguito precedentemente la patente droni A1-A3.

Come si consegue la patente droni

Per conseguire la patente droni è necessario affrontare e superare con esito positivo un esame, la cui preparazione varia in base alla categoria di patentino desiderata.

Come visto, se il drone è sotto i 250 grammi non è richiesta alcuna formazione, se non lo studio del manuale utente del velivolo. Per l’attestato A1-A3, invece, il pilota dovrà affrontare un corso di formazione online, al termine del quale verrà sottoposto a un test a risposta multipla formato da 40 quesiti.

Le materie oggetto di esame sono la sicurezza aerea, la regolamentazione aeronautica, le limitazioni dello spazio aereo e delle prestazioni umane, le procedure operative, la conoscenza generale dell’UAS (Unmanned Aircraft System), la riservatezza e protezione dati, l’assicurazione e la sicurezza. La verifica ha una durata di 60 minuti e si considera superata con almeno il 75% di risposte corrette.

Ottenuto il patentino A1-A3, si potrà poi preparare e sostenere l’esame per la categoria A2. A seguito di un secondo corso di formazione teorica e di un percorso di addestramento pratico autonomo, sarà necessario sostenere un nuovo test con 30 domande su materie come la meteorologia, le prestazioni di volo degli UAS e le misure di attenuazione del rischio a terra.

Patente droni: i costi da sostenere

Gli esami per il conseguimento della patente droni A1-A3 possono essere svolti in autonomia, accedendo alla sezione Servizi Online disponibile sul portale dell’ente prescelto. Chi decide di affrontare il test con l’ENAC dovrà corrispondere un diritto fisso pari a 31 euro, da pagare attraverso la carta di credito. Questa somma dà accesso a quattro tentativi, terminati i quali sarà necessario pagare nuovamente la quota di iscrizione.

Per il patentino categoria A2, lo svolgimento dell’esame con l’ENAC, o con un altro ente riconosciuto, avviene in modalità controllata e, oltre a richiedere il contributo fisso di 31 euro ogni quattro tentativi, prevede anche il pagamento di altri diritti stabiliti dal singolo ente. Per accedere al test si deve essere in possesso del certificato A1-A3 da almeno quindici giorni e bisogna dichiarare di aver completato l’addestramento pratico.

Da ultimo, chi consegue la patente droni di qualsiasi sottocategoria in un altro Paese europeo, non dovrà richiedere alcuna conversione perché l’attestato è valido anche in Italia.

Articolo scritto da collaboratori esterni, per info e collaborazioni rivolgersi alla redazione.

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