SUPERBONUS, DETRAZIONI SPALMATE IN 10 ANNI. COSA CAMBIA? CHI OTTERRà VANTAGGI? LA GUIDA

Spalmare non più su quattro ma su dieci anni la ripartizione delle detrazioni del Superbonus. Soluzione che piace anche a Giancarlo Giorgetti, anche se i partiti di maggioranza e opposizione spingono per 15 anni. Mettere in campo nei controlli contro le frodi (secondo l’Agenzia delle entrate superano i 15 miliardi) anche la polizia locale e gli addetti catastali dei Comuni. I quali potrebbero tenere per sé tra il 30 e il 50 per cento di quanto recuperato. Eppoi deroghe per permettere di sfruttare i benefici del 110 per cento ancora nei crateri sismici di Ischia, Emilia-Romagna, Molise e Catania oppure alle realtà del No Profit. 

Gli emendamenti

In Senato si va verso piccole modifiche alla stretta al Superbonus voluto dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che con un apposito decreto ha abolito la cessione del credito e lo sconto in fattura, per provare a frenare quello che il responsabile di via XX Settembre chiama «un mostro», l’emblema «del modello “Lsd”, cioè lassismo, debito e sussidi».

Anche perché il provvedimento è costato alle casse dello Stato circa 160 miliardi, quasi 8 punti percentuali di Pil. E se oggi taglia i margini di azione al governo nella stesura della prossima manovra, in futuro, come ha ricordato Banca d’Italia potrebbe avere forti ripercussioni sul debito. 

 

Detrazioni su 10 anni

Il decreto è ora a Palazzo Madama per il primo voto di conversione. Qualcosa di definitivo si capirà l’8 maggio, quando Giorgetti parlerà davanti alla commissione Bilancio del Senato, ma le intenzioni della maggioranza e del Mef sugli emendamenti sembrano chiare.

Forza Italia, Lega, Pd, M5s, Avs e Italia viva hanno presentato delle proposte per ripartire su dieci o quindici anni le detrazioni sulle spese sostenute nel 2023 contro i quattro annuali. In Via XX Settembre guarderebbero a dieci annualità, ipotesi che piace anche negli ambienti di Fratelli d’Italia. 

Gli effetti

In poche parole, il contribuente può chiedere nella dichiarazione dei redditi di spalmare - abbassandone il peso - le detrazioni su più annualità. Questa modalità dovrebbe allargare la platea dei beneficiari, permettendo di far accedere a questo strumento anche i contribuenti con un reddito minore, che rischierebbero di non recuperare tutte le spese effettuate in proporzione a quanto denunciano.

Stando alle prime stime, nel passaggio da 4 a 10 anni, si passerebbe da un numero di circa 2,7 milioni di contribuenti con reddito di 50mila euro a 12 milioni di contribuenti, che dichiarano in media 26 mila euro all’anno. Non dovrebbero essere previste, invece, le stesse dilazioni per l’ammortamento dei crediti.

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Nuovi controlli

Tra gli altri emendamenti prende forma l’allargamento del sistema dei controlli anche ai Comuni: gli unici che con la polizia locale o gli uffici del catasto possono capire se davvero è stato realizzato il cappotto termico o installata la caldaia per i quali si è ottenuto lo sgravio. La Lega propone di lasciare ai sindaci il 50 per cento di quanto recuperato dalle truffe.

Al Mef, invece, si guarda al modello già applicato per la lotta all’evasione sull’addizionale Irpef e sull’Imu, garantendo alle amministrazioni il 30 per cento di quanto accertato.

 

Deroghe e proroghe

I fondi incassati serviranno per finanziare nuove deroghe, come quella garantita ai crateri sismici di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria che possono continuare a utilizzare il Superbonus fino alla scadenza naturale del 2025, con un plafond di spesa di 400 milioni.

In commissione Finanze si lavora per “strappare” al Mef un’ottantina di milioni per la ricostruzione nei comuni colpiti dal sisma e dalle alluvioni nelle zone di Ischia, del Molise, dell’Emilia-Romagna e dell’area etnea. In alcuni emendamenti sono stati chiesti anche fondi per la Calabria e la Basilicata.

Si sta studiando anche un’altra deroga per i lavori portati avanti dalle realtà No profit (totale 120 milioni) e quelle per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Sempre nel testo entrerà una proroga alle amministrazioni comunali per spostare di due mesi il termine per l’incasso della Tari.

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